Dichiarazione dei diritti in Internet

Quando navighiamo in rete, condividiamo contenuti, apriamo un sito internet, offriamo servizi, siamo fruitori di un bene che è diventato imprescindibile e che sarebbe irrealistico non definire, ormai a tutti gli effetti, primario. Internet permea le nostre esistenze interessandone diversi ambiti: lavorativo, familiare, relazionale, del tempo libero, della salute…  Ragionando sull’importanza che ha assunto per noi la rete, risulta facile comprendere che definirci semplicemente "utenti” è quantomeno riduttivo. Nell’accezione del termine "utente” si ritrova il significato di "usare” "servirsi di”, come di uno strumento. In realtà quando noi entriamo in rete entriamo con la totalità del nostro essere. Utilizziamo dati anagrafici, talvolta dobbiamo inserire informazioni che riguardano il nostro nucleo familiare, utilizziamo password, mettiamo in campo conoscenze professionali. Tutto finisce nelle connessioni della rete e dal quel momento ne perdiamo il controllo, non ci appartiene più. Gli algoritmi poi fanno il resto. Si raccolgono dati dalle nostre ricerche che, poi, sono utilizzati per orientare le nostre future ricerche. Altro aspetto, non particolarmente disconnesso dal precedente, è l’effetto che otteniamo quando inseriamo un nostro contenuto in rete. Sarà capitato anche a noi di pubblicare o commentare qualcosa e di scatenare reazioni che non ci aspettavamo, orientando, talvolta involontariamente, una discussione in una certa direzione. Pensiamo ora al potenziale di "orientamento” di pensiero delle grandi stakeholders che studiano i comportamenti sociali dei fruitori della rete. Censire, raccogliere informazioni sullo stato economico, culturale e familiare dei cittadini, è una pratica da sempre esercitata, per orientare campagne pubblicitarie ed elettorali, i palinsesti televisivi, le promozioni del supermercato, ecc. Ora, però, tutto è molto più rapido e automatico, perciò spesso sfugge alla nostra consapevolezza.Cosa è necessario fare per tutelarci? Innanzitutto acquisire una cultura di internet, conoscerne le basi di funzionamento, tenere sempre presente che dal momento in cui pubblichiamo un contenuto ne perdiamo il controllo, ricordarci che ciò che pubblichiamo sortisce un effetto. La nostra libertà di espressione finisce nel momento in cui ciò che sosteniamo lede la libertà e il benessere di qualcun altro. Queste sono regole di comune buon senso e di civile convivenza.Per garantire maggior tutela a chi naviga nel web, il Parlamento italiano, Camera dei Deputati, ha redatto un documento istituzionale che regola i diritti dei fruitori della rete: la "Dichiarazione dei Diritti in Internet”, approvata il 28 luglio 2015, ma ancora in evoluzione, soprattutto in relazione ai principi della net neutrality e del diritto all’oblio.
Come cittadini di uno stato civile, sappiamo che la nostra libertà e i nostri diritti sono tutelati dal rispetto delle regole.